Durante l’incontro organizzativo tenutosi ieri pomeriggio nella sala polifunzionale del Museo Hoffmann di Caltagirone, l’Assessore alla Cultura, arch. Claudio Lo Monaco, ha ufficialmente annunciato che nella prima metà del 2026 il “Festival dei Calanchi” si svolgerà proprio a Caltagirone.
L’appuntamento di ieri ha rappresentato un momento di confronto e programmazione fondamentale, alla presenza della dott.ssa Nadia Carboni, Direttrice dell’Associazione Italiana Città della Ceramica, e del dott. Matteo Zauli, direttore del Museo Carlo Zauli e ideatore del format originario del Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre.
Le immagini dell’incontro restituiscono un clima di intensa collaborazione: i relatori seduti al tavolo, il pubblico attento, le proiezioni sul grande schermo e lo spazio del Museo Hoffmann trasformato in un laboratorio progettuale aperto.
Una nuova edizione che guarda al territorio calatino
L’edizione che si terrà a Caltagirone nel 2026 si ispira al modello romagnolo del Festival dei Calanchi, una rassegna che coniuga arte, paesaggio e comunità, valorizzando gli ambienti naturali caratterizzati da calanchi e argille. Il progetto calatino mira a reinterpretare questo formato, mettendo al centro:
L’edizione 2026, come anticipato durante l’incontro, prevedrà eventi diffusi, performance, passeggiate culturali, laboratori, incontri tematici e attività pensate per creare un ponte tra il patrimonio naturale e quello artistico della città.
Un primo passo verso un grande progetto culturale
L’incontro al Museo Hoffmann ha dunque segnato l’avvio ufficiale del percorso che porterà alla realizzazione del Festival dei Calanchi – Caltagirone 2026, confermando la volontà dell’amministrazione comunale di investire in un progetto culturale innovativo e altamente identitario.
“È un’opportunità straordinaria per raccontare il nostro paesaggio e la nostra ceramica con un linguaggio contemporaneo”, ha sottolineato l’Assessore Lo Monaco durante il confronto.
Con l’annuncio dell’edizione 2026, il Museo Hoffmann si prepara così a diventare il cuore pulsante di una manifestazione che unisce arte, territorio e comunità in una visione nuova e condivisa.